Layla è una canzone del gruppo Derek and the Dominos, ul supergruppo formato da Clapton una volta sciolti i Cream, pubblicata nell'album Layla and Other Assorted Love Songs, del 1970. La prima parte della canzone è caratterizzata dalle chitarre di Eric Clapton e Duane Allman. Essa è divisa in due parti, la prima composta da Clapton, la seconda da Jim Gordon.
Ispirata dall'amore, all'epoca non corrisposto, di Clapton per Pattie Boyd, moglie del suo amico George Harrison, all'epoca della pubblicazione ebbe poco successo. In seguito, però, ottenne buoni riscontri di critica e di pubblico. Nel 2004 la rivista Rolling Stone l'ha inserita nella lista delle 500 migliori canzoni di tutti i tempi, al 27º posto.
Pazzesco, non trovate? Quindi Layla, probabilmente la canzone più famosa del più grande chitarrista vivente (escludo i trapassati perchè Hendrix potrebbe spuntarla..) assieme a Cocaine e Tears in Heaven, quando uscì non ebbe successo..pazzesco.
Comunque la cosa che a me colpisce di più è che è stata ispirata dall'amore di slowhand pr quel gran passerone di Pattie Boyd (cercatela su Google Immagini, please..). La ragazza, tra l'altro, sembra che fosse di ampie vedute, come dimostrano le numerose frequentazioni intime che hanno coinvolto anche Jagger e Lennon (se non altro, sapeva scegliere).
Ma torniamo al triangolo di cui sopra: Pattie Boyd ha scritto una autobiografia principalmente incentrata sulle sue storie d'amore. A sessantatré anni, l´ex regina della moda si confessa sulle relazioni coniugali avute con due icone del rock come George Harrison e Eric Clapton. Un ménage à trois su cui, finora, la bionda lanciata da Mary Quant non si era mai sbottonata. Le voci, però, circolavano da tempo e, allettata dal ricco ingaggio di 950mila sterline, con l´aiuto di Penny Junior (che ha già curato la biografia del principe Carlo), ha messo tutto nero su bianco. L´intreccio amoroso è noto. Galeotto il set del primo film dei Beatles, A hard day´s night. Harrison rimane folgorato dalla sensualità di Pattie e le firma autografi accompagnati da insistenti baci. La corteggia, ma lei non si concede, finché la passione li travolge. Nel ´66 le nozze, con luna di miele alle Barbados.
I guai però non tardano ad arrivare. A dividere la coppia è un viaggio in India, durante il quale Pattie inizia a frequentare il maestro yoga Marharishi Mahesh. Ma più di lei è George a subire il fascino del personaggio, iniziando a coltivare un interesse profondo per la spiritualità indiana che l´avrebbe accompagnato per tutta la vita. Tornati a Londra, la relazione tra i due si complica per l´abuso di alcool e droghe.
A logorarla definitivamente sono i continui tradimenti di George. Pattie si consola concedendosi qualche fuga dal talamo nuziale, non risparmiando nemmeno l´amico John Lennon e il cantante del gruppo rivale per eccellenza, Mick Jagger. Tutti stregati dal fascino etereo e misterioso di quella bellezza formato «twiggy». Musa o maga Circe? Per Eric Clapton, una vera ossessione, fin dal primo incontro a un party nel ´68. Il chitarrista dei Cream le dà subito la caccia e, per conquistarla, finge un flirt con la sorella minore. Il «fuscello» dai capelli d´oro, però, respinge le avance, nell´estremo tentativo di salvare il suo matrimonio, mentre George passa da un letto all´altro, incluso, a quanto pare, quello della moglie dell´amico Ringo Starr. Eric, intanto, non si rassegna e sfoga la sua frustrazione con “Layla”, tributo alla donna dei suoi sogni. Pietra miliare del rock, il brano è ispirato al poema iraniano di Nizami, Layla e Majun.
A furia d´insistere, Eric ottiene una relazione clandestina, favorita anche dalla latitanza dell´amico George, così incurante che, quando il rivale gli confessa di desiderare la sua donna, non fa una piega e risponde: «Tutto quello che vuoi, amico. Prenditela pure e io mi prendo la tua ragazza».
Offesa da tanto cinismo, Pattie decide di rompere e rifugiarsi tra le braccia della sua nuova fiamma. Nel ´79, i due si sposano ma, presto, il copione si ripete. La dipendenza di Eric da alcool e cocaina lo rende violento e, dieci anni dopo, la favola si conclude con la separazione. A sfatare il mito di “gentleman del rock” è proprio la sua musa, in una biografia che svela i suoi modi aggressivi, provocati, sembra, dal risentimento di non avergli dato figli. Un ritratto impietoso a cui si aggiunge il memoriale di un´altra ex, Lory del Santo. Dal chitarrista la soubrette ha avuto Conor, precipitato a quattro anni da un grattacielo di New York. Secondo l´attrice, Clapton non sarebbe mai stato entusiasta della paternità e avrebbe cercato in tutti i modi di convincerla ad abortire.
Oh, altro che Beautiful o il Grande Fratello.. :-)
La canzone (torniamo al titolo, va) è bellissima.Clapton si chiede cosa farà Layla/Pattie quando si sentirà sola e non avrà più nessuno al suo fianco e, molto candidamente, ammette il suo pazzo amore nei suoi confronti. Il riff di chitarra è di quelli che ti fanno solbazzare dalla poltrona, che portano a curiose interpretazioni di air guitar e non possono lasciare impassibili.
Chi non l'avesse mai ascoltata, si vergogni, e corra subito a rimediare..
giovedì 11 novembre 2010
giovedì 29 luglio 2010
Rosemary's baby
Rosemary Woodhouse (M. Farrow) sospetta una congiura demoniaca contro la creatura che porta in grembo, organizzata, con la complicità del marito attore (J. Cassavetes), dagli arzilli Castevet (R. Gordon, S. Blackmer), coinquilini-stregoni mimetizzati negli abiti della borghesia di New York. Realtà o psicosi? Il polacco R. Polanski – al suo 1° film made in USA dopo 3 britannici – affascinato dal senso di mistero che serpeggia nel romanzo di Ira Levin, ne cava un memorabile esempio di cinema della minaccia e ripropone il tema dell'ambiguità fino a farne la struttura portante della narrazione. È “un incubo cinematografico dove la possibilità di orientarsi tra fantastico e reale è persa sempre, mentre resta a dominare la scena la sensazione di angoscia ridotta al grado zero e perciò ancor più inquietante” (Stefano Rulli). Oscar per R. Gordon.
In un film come Rosemary’s Baby, dove gli attori sono tutti perfetti nei loro ruoli, i più piccoli gesti, ogni minimo sguardo, hanno la loro precisa ragion d’essere e contribuiscono a creare un'atmosfera di composta perfezione, dove tutto appare giusto e calibrato al millimetro, nulla è ridondante, e quasi niente viene concesso alla classica iconografia da film horror, nemmeno quei bruschi movimenti di macchina, quelle improvvise apparizioni, quegli spaventosi cambiamenti di ritmo che ci fanno sobbalzare dalla poltrona, in un film come questo l’inquietudine è piuttosto un’atmosfera quasi impalpabile ma onnipresente. Si pensi alla discrezione della musica, che è sempre nello sfondo, appena accennata. E' una musica extradiegetica o viene da dietro il muro che separa la normalità, la vita dell'onesta e razionale famiglia americana dall'appartamento che il diavolo ha scelto come sua dimora?Quest’incertezza, quest'indecisione sull'origine della musica non fanno che riflettere il carattere di generale ambiguità e di indecisione che a mio avviso è la caratteristica principale del film.
Polanski produce un capolavoro nel riuscire a descrivere, per così dire, la storia del raggiungimento di una consapevolezza, da parte del personaggio di Rosemary, certo, ma anche e soprattutto da parte del pubblico: la consapevolezza di un complotto che si sta realizzando. Questa consapevolezza passa attraverso gradi differenti, che possono essere analizzati dal punto di vista di Rosemary e da quello del pubblico.
Questi due punti di vista, quello del pubblico e quello di Rosemary, sono caratterizzati da un'evidente asimmetria. Il pubblico ne sa apparentemente di più e impiega meno tempo di Rosemary a capire le intenzioni dei vicini e del marito. Eppure nel momento di massima consapevolezza, proprio nel momento in cui il suo punto di vista e quello di Rosemary coincidono, anche il pubblico viene colto dal sospetto che la sua costruzione sia frutto del tranello che il regista gli ha teso fin dall'inizio. La prima volta in cui si ha il sospetto che Rosemary sia pazza è quando lei capisce quel che noi sapevamo già da circa metà film. Ma proprio quando siamo quasi rassicurati sul fatto che le più terribili congetture fossero frutto della fantasia di Rosemary (e della nostra), ecco che il regista ci tende un altro tranello: nella scena finale del film vediamo senza ombra di dubbio che l'Anticristo è davvero nato, e che come tutti i bambini in fasce dentro la sua culla piange e si dispera fino a quando la sua vera mamma, che porta dentro il suo nome le tracce della Maria cristiana, non accetta di accudirlo secondo natura, in questa natività capovolta, in un interno iperrealista, dove la presenza del mostro-bambino pare casuale, normale come quella di un mobile o come le foto che il giapponese gli scatta. Un Anticristo immortalato in una foto ricordo, anche lui suo malgrado invischiato nella nostra società consumistica.
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venerdì 16 luglio 2010
29^ Playground Giardini Margherita - le pagelle Matteiplast
Pagellone di fine torneo, una lunga, emozionante cavalcata. So che non è particolarmente da elogiare, ma tanto il blog è il mio..
Pederzini: voto 9, un alieno. Dovrebbe mangiare di più a tavola ed usare di più la voce, ma con un talento del genere io non ci ho mai giocato assieme. Purtroppo gli devo cedere la palma del più buono del palazzo.. (cacchio, non sono neanche il migliore del mio palazzo, che vergogna..)
Ciavolella: voto 8, la colonna portante della squadra, l'uomo cui affidarsi nei momenti decisivi. Passa malvolentieri la palla, ma è un leone contro avversari più grossi e l'ultimo a mollare.
Bastoni: voto 8, due gambe al tritolo. Ha un talento atletico fuori dal normale, che lo porta a dominare a rimbalzo d'attacco anche contro gente più grossa di lui. E' anche migliorato molto nella gestione della squadra. Imparasse a gestire la propria irascibilità avrebbe davanti a se 10 anni di B1 da protagonista.
Venturoli: voto 7,5, l'anima della squadra. C'è sempre e da l'impressione di volerci essere sempre, quando capirà che a volte ai giardini è meglio attaccare il ferro che accontentarsi del tirino dai 5 metri sarà meglio per tutti.
Mini: voto 7. Chiamato ad aprire le difese con il tiro da fuori, non riesce sempre nell'intento, ma ha la grossa capacità (e 5 anni fa non l'aveva) di non uscire dalla partita ma essere comunque protagonista.
Saccaro: voto 7. Mi do 7 perchè, da unico componente della squadra che gioca in c2, non è stato facile inserirsi in un contesto atleticamente e tecnicamente superiore al mio. Però ho cercato di fare quello che serviva alla squadra, persino marcare il playmaker (Lamma, Chiarini, Bonaiuti, ecc..)
Tassinari: voto 7. Numero 1 a tavola e nella capacità di coinvolgere gli altri con un sorriso ed una parola di incitamento. Un uomo di 37 anni che non ha ancora smesso di stupire.
Piccinini: voto 7. Aumentano le responsabilità, ma si fa trovare pronto e dimostra di essere migliorato tantissimo nell'atteggiamento in campo. Il prossimo sarà l'anno decisivo per la sua completa maturazione. Lavorare sui tiri liberi, please..
Legnani: voto 7,5. La piovra. E' su tutto quello che rotoli e rimbalzi e viene chiamato affettuosamente "arancia". Riesce a dare da solo una forte identità difensiva alla squadra, gioca 4 ruoli e porta in dote a tavola anche una discreta figliuola. Facesse anche canestro sarebbe illegale. Mvp romantico.
Monari: voto 9. Non lo conoscevo. Un personaggio incredibile, divertentissimo e mai banale. In campo, uno scienziato del gioco: difese da manuale contro gente che gli da 20 chili, in attacco mai una forzatura, sempre la scelta giusta e passaggi al bacio. Perchè in c2 non lo chiama nessuno?
Cigarini e Monti: voto 6,5. Accompagnano Ciavolella da Reggio Emilia, alternandosi fra prima e seconda fase. Si distinguono per la rapidità nell'entrare nel gruppo e nel loro entusiasmo.
Orlandini e Nannucci: voto 6. Poco protagonisti, ma importanti anche loro.
Roveri: voto 8. E' un allenatore, questo è poco ma sicuro. Grande occasione per lui a Trebbo, la sfrutterà.
Cesari: voto 8. Il grande organizzatore. Senza di lui, forse, non ci sarebbe stato nulla. Grazie.
Oscar e Stefano: voto 8. Anche loro hanno una recitato una parte fondamentale nella costruzione e cementificazione del gruppo. Simpatici e coinvolti, non mancano mai di incitare i giocatori. Ne avessi di dirigenti/sponsor così...
Pederzini: voto 9, un alieno. Dovrebbe mangiare di più a tavola ed usare di più la voce, ma con un talento del genere io non ci ho mai giocato assieme. Purtroppo gli devo cedere la palma del più buono del palazzo.. (cacchio, non sono neanche il migliore del mio palazzo, che vergogna..)
Ciavolella: voto 8, la colonna portante della squadra, l'uomo cui affidarsi nei momenti decisivi. Passa malvolentieri la palla, ma è un leone contro avversari più grossi e l'ultimo a mollare.
Bastoni: voto 8, due gambe al tritolo. Ha un talento atletico fuori dal normale, che lo porta a dominare a rimbalzo d'attacco anche contro gente più grossa di lui. E' anche migliorato molto nella gestione della squadra. Imparasse a gestire la propria irascibilità avrebbe davanti a se 10 anni di B1 da protagonista.
Venturoli: voto 7,5, l'anima della squadra. C'è sempre e da l'impressione di volerci essere sempre, quando capirà che a volte ai giardini è meglio attaccare il ferro che accontentarsi del tirino dai 5 metri sarà meglio per tutti.
Mini: voto 7. Chiamato ad aprire le difese con il tiro da fuori, non riesce sempre nell'intento, ma ha la grossa capacità (e 5 anni fa non l'aveva) di non uscire dalla partita ma essere comunque protagonista.
Saccaro: voto 7. Mi do 7 perchè, da unico componente della squadra che gioca in c2, non è stato facile inserirsi in un contesto atleticamente e tecnicamente superiore al mio. Però ho cercato di fare quello che serviva alla squadra, persino marcare il playmaker (Lamma, Chiarini, Bonaiuti, ecc..)
Tassinari: voto 7. Numero 1 a tavola e nella capacità di coinvolgere gli altri con un sorriso ed una parola di incitamento. Un uomo di 37 anni che non ha ancora smesso di stupire.
Piccinini: voto 7. Aumentano le responsabilità, ma si fa trovare pronto e dimostra di essere migliorato tantissimo nell'atteggiamento in campo. Il prossimo sarà l'anno decisivo per la sua completa maturazione. Lavorare sui tiri liberi, please..
Legnani: voto 7,5. La piovra. E' su tutto quello che rotoli e rimbalzi e viene chiamato affettuosamente "arancia". Riesce a dare da solo una forte identità difensiva alla squadra, gioca 4 ruoli e porta in dote a tavola anche una discreta figliuola. Facesse anche canestro sarebbe illegale. Mvp romantico.
Monari: voto 9. Non lo conoscevo. Un personaggio incredibile, divertentissimo e mai banale. In campo, uno scienziato del gioco: difese da manuale contro gente che gli da 20 chili, in attacco mai una forzatura, sempre la scelta giusta e passaggi al bacio. Perchè in c2 non lo chiama nessuno?
Cigarini e Monti: voto 6,5. Accompagnano Ciavolella da Reggio Emilia, alternandosi fra prima e seconda fase. Si distinguono per la rapidità nell'entrare nel gruppo e nel loro entusiasmo.
Orlandini e Nannucci: voto 6. Poco protagonisti, ma importanti anche loro.
Roveri: voto 8. E' un allenatore, questo è poco ma sicuro. Grande occasione per lui a Trebbo, la sfrutterà.
Cesari: voto 8. Il grande organizzatore. Senza di lui, forse, non ci sarebbe stato nulla. Grazie.
Oscar e Stefano: voto 8. Anche loro hanno una recitato una parte fondamentale nella costruzione e cementificazione del gruppo. Simpatici e coinvolti, non mancano mai di incitare i giocatori. Ne avessi di dirigenti/sponsor così...
lunedì 7 giugno 2010
Solo noi in Italia...
- http://sport.sky.it/sport/mondiali_calcio/2010/06/05/italia_ultimo_test_amichevole.html
- http://blog.libero.it/MEDAGLIE/commenti.php?msgid=8909929&id=66197
- http://www.gazzetta.it/Speciali/Mondiale_2010/Squadre/05-06-2010/italia-che-cresce-704277754580.shtml
- http://informatisubito.myblog.it/archive/2010/06/05/l-italia-pareggia-in-svizzera-un-1-1-che-porta-bene.html
E non finisce qui! Le analogie proseguono:
- "anche nell'82 paolo rossi ha avuto la sciolta due settimane prima della partenza, proprio come iaquinta"!
- "antognoni ha estratto 2 kg di caccole in 3 settimane, come de rossi.."
- "zoff ha ingurgitato 36 tiramisù durante il ritiro, buffon lo raggiungerà il giorno prima dell'esordio col paraguay.."
- "la pennichella di bearzot nel dopo pranzo era di una durata media di 43 minuti e 58 secondi, lippi è un po' sotto, ma ha già ordinato la valeriano per colmare il gap nell'ultima settimana.."
Povera Italia... A proposito, andate a vedere DRAQUILA, il nuovo film/documentario di Sabina Guzzanti. Fa male, ma è sempre meglio sapere e soffrire che non sapere...
giovedì 27 maggio 2010
Ultimo Tango a Parigi
Quando si parla di Ultimo tango a Parigi, un film del 1972, ancora oggi spesso si sentiranno commenti del tipo "è spinto gratuitamente" oppure "non ha nessun senso" oppure "è eccessivo". Dopo 35 anni giudizi simili intaccano ancora in maniera assurda la cornice di un capolavoro indiscusso del cinema italiano e mondiale, nonchè forse il film più trasgressivo, in senso canonico, del nostro paese. Per capire bene questa opera è necessario chiarire quale possa essere l'intento di Bertolucci analizzando infine il modo in cui questo viene sviluppato. Se si pensa alle relazioni di oggi, quelle che nascono e muoiono in una sola notte, sembra quasi di parlare di preveggenza del regista di Parma. Bertolucci in effetti scandaglia il rapporto tra i sessi e ne mette in luce "il lato oscuro" che nel 72, all'apice della rivoluzione sessuale, sempre di più andava palesandosi e che oggi è semplicemente di normale routine. Il sesso, che così prepotentemente sostituisce tutto ciò che ci può essere in una relazione (dialogo, dolcezza e comprensione, ma soprattutto complicità, tanto per citarne alcune)è l'unica dimensione reale della liason tra due sconosciuti che compensano la loro incompatibilità e la solitudine che l'ipocrisia di un quotidiano (grigio o finto rosa che sia) impone, misconoscendo tutte le regole e spogliandosi delle loro maschere sociali. Ma può una relazione nata sul sesso diventare amore con il conseguente palesarsi di tutti i clichè che la realtà, anche sociale, impone? Cioè possono i due amanti riconoscersi con la maschera? La risposta è no, Eros non può che diventare Thanatos. Quando i protagonisti si conosceranno davvero, l'incanto svanirà e la morte (che ha denotazione fisica, ma connotazione puramente metaforica) arriverà come conseguenza inevitabile. Per rendere al meglio questa introspezione non si poteva scegliere un cast più azzeccato. Marlon Brando nella sua autobiografia prima negò di averne capito il senso, ma poi ammise l'impatto distruttivo di questo lavoro sulla sua psiche. Ultimo tango a Parigi esplorò la psiche di questo grande attore facendogli rivivere traumi reali del tormentato passato e permettendo un realismo assoluto in un personaggio, quello del protagonista, che è un vero e proprio vortice distruttivo e autodistruttivo. Marie Schneider è la protagonista perfetta: in questa spirale di amore e morte, la sua ingenuità mascherata da un finto snobbismo da alta borghesia le è cucita estremamente addosso. Bertolucci critica l'amore, elencandone l'eccessiva corruzione subita dalle regole della società borghese, ma mette alla berlina il sesso come forma unica di relazione. In estrema sintesi: da storia del cinema.
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venerdì 21 maggio 2010
Quante canzoni si intitolano "I Believe"?
Me ne vengono in mente almeno 3 (Bon Jovi, Tears for fears, Joe Satriani) , coì senza consultare GOGOL o altre diavolerie moderne. Ma ce ne è una che preferisco più delle altre, è dei R.E.M. (ma va?!) ed è stata pubblicata nel 1986 all'interno dell'album "Lifes Rich Pageant" che contiene anche "These Days" o "Fall on Me".
Eccone il testo, struggente, articolato e impegnato, tipico di Stipe:
When I was young and full of grace
And spirited - a rattlesnake
When I was young and fever fell
My spirit, I will not tell
You're on your honor not to tell
I believe in coyotes and time as an abstract
Explain the change, the difference between
What you want and what you need, there's the key,
Your adventure for today, what do you do
Between the horns of the day?
(chorus)
I believe my shirt is wearing thin
And change is what I believe in
When I was young and give and take
And foolish said my fool awake
When I was young and fever fell
My spirit, I will not tell
You're on your honor, on your honor
Trust in your calling, make sure your calling's true
Think of others, the others think of you
Silly rule golden words make, practice, practice makes perfect,
Perfect is a fault, and fault lines change
I believe my humor's wearing thin
And change is what I believe in
I believe my shirt is wearing thin
And change is what I believe in
(repeat chorus)
When I was young and full of grace
As spirited a rattlesnake
When I was young and fever fell
My spirit, I will not tell
You're on your honor, on your honor
I believe in example
I believe my throat hurts
Example is the checker to the key
I believe my humor's wearing thin
And I believe the poles are shifting
Eccone il testo, struggente, articolato e impegnato, tipico di Stipe:
When I was young and full of grace
And spirited - a rattlesnake
When I was young and fever fell
My spirit, I will not tell
You're on your honor not to tell
I believe in coyotes and time as an abstract
Explain the change, the difference between
What you want and what you need, there's the key,
Your adventure for today, what do you do
Between the horns of the day?
(chorus)
I believe my shirt is wearing thin
And change is what I believe in
When I was young and give and take
And foolish said my fool awake
When I was young and fever fell
My spirit, I will not tell
You're on your honor, on your honor
Trust in your calling, make sure your calling's true
Think of others, the others think of you
Silly rule golden words make, practice, practice makes perfect,
Perfect is a fault, and fault lines change
I believe my humor's wearing thin
And change is what I believe in
I believe my shirt is wearing thin
And change is what I believe in
(repeat chorus)
When I was young and full of grace
As spirited a rattlesnake
When I was young and fever fell
My spirit, I will not tell
You're on your honor, on your honor
I believe in example
I believe my throat hurts
Example is the checker to the key
I believe my humor's wearing thin
And I believe the poles are shifting
martedì 27 aprile 2010
Dove la è andata a prendere questa espressione?!
Ma come parlaaaaa? Le parole sono importantiiiii!!!
"Filippo, scusa, MI HANNO DETTO DI CHIEDERTI IL TRAPANO.."
Ma chi? E perché? Scusa, se hai bisogno del trapano, non puoi chiedermi: "mi presti il trapano, per cortesia, che devo appendere sto cavolo di banner col quale vi ho stressato tutti..". Mi hanno detto di chiederti il trapano è una forma diabolica per dare la colpa a qualcun'altro (chissà chi, poi, altra diavoleria..) di una cosa per la quale ti senti in colpa tu. Sarò anche un gran rompiscatole, non le sarò certo simpatico ma (a parte che chissene..) certo che anche lei non fa nulla per migliorare la sua situazione.. Vabbè, continuiamo così, facciamoci del male..
giovedì 22 aprile 2010
finally, we got it!
Ingredienti:
1 kg di coniglio,
500 gr di pomodorini,
1/2 bicchiere di vino bianco,
1 cipolla, 1 aglio,
sedano, aceto
peperoncino, basilico, rosmarino,
1 dl di olio extra vergine di oliva
Procedimento:
1 kg di coniglio,
500 gr di pomodorini,
1/2 bicchiere di vino bianco,
1 cipolla, 1 aglio,
sedano, aceto
peperoncino, basilico, rosmarino,
1 dl di olio extra vergine di oliva
Procedimento:
Tagliare il coniglio a pezzetti e lavatelo e lasciatelo a bagno per 30 minuti in una terrina con acqua fredda e aceto per eliminare l’odore di selvaggina.
Mettere i pezzetti di coniglio in padella a fuoco vivo finchè non si sarà eliminato l’acqua contenuta nelle carni.
Appena i pezzetti iniziano a prendere colore aggiungere l’olio, farlo rosolare sfumando con il vino bianco.
Togliere i pezzetti di coniglio dala padella aggiungere nel fondo di cottura altro olio d’oliva e far soffriggere cipolla,aglio, il sedano e il peperoncino tutto tagliato a pezzettini.
Unire poi i pomodorini, aggiustare di sale e cuocere per un quarto d’ora.
Riadagliare i pezzi di coniglio nel sugo e cuocere a fuoco lento finchè il sugo non diventi ben ristretto.
Quando la cottura del coniglio alla cacciatora sarà ultimata, aggiungere basilico e rosmarino e servire.
Mettere i pezzetti di coniglio in padella a fuoco vivo finchè non si sarà eliminato l’acqua contenuta nelle carni.
Appena i pezzetti iniziano a prendere colore aggiungere l’olio, farlo rosolare sfumando con il vino bianco.
Togliere i pezzetti di coniglio dala padella aggiungere nel fondo di cottura altro olio d’oliva e far soffriggere cipolla,aglio, il sedano e il peperoncino tutto tagliato a pezzettini.
Unire poi i pomodorini, aggiustare di sale e cuocere per un quarto d’ora.
Riadagliare i pezzi di coniglio nel sugo e cuocere a fuoco lento finchè il sugo non diventi ben ristretto.
Quando la cottura del coniglio alla cacciatora sarà ultimata, aggiungere basilico e rosmarino e servire.
giovedì 15 aprile 2010
Nuovo plug-in per la privacy su Google Analytics
Novità sul fronte della tutela della Privacy per Google Analytics: in arrivo un plug-in per i principali browser in commercio tramite il quale decidere quali informazioni rendere disponibili per il tracking. Una decisione importante, frutto di precedenti perplessità.
Uno degli strumenti più potenti e utilizzati per il monitoraggio del traffico Web e dell'efficacia delle campagne marketing, era stato oggetto di accuse per il poco rispetto della privacy degli utenti.
Il nuovo plug in cerca quindi di coniugare esigenze aziendali e riservatezza utenti, permettendo a questi ultimi di decidere quali e quante informazioni rilasciare al servizio di tracking.
Buone notizie, quindi, per tutti coloro che temono di consegnare informazioni preziose ai server di Mountain View. Tuttavia, è bene ricordare come in molti casi le informazioni "carpite" agli internauti siano generalmente utilizzate internamente con il solo intento di offrire un servizio migliore.
Il plug in verrà rilasciato nelle prossime settimane.
giovedì 8 aprile 2010
Document (1987) segna l'inizio della seconda grande stagione degli Rem. Ormai consapevoli dell'affiatamento raggiunto e della maturità del loro sound, i ragazzi di Athens riescono finalmente a mettere a fuoco la cosa che riesce loro meglio: le canzoni, i ritornelli, gli hook indispensabili per catturare il pubblico e attirarlo per sempre a sé. La luminosa produzione di Scott Litt infonde una buona dose di energia rock alle loro sonorità. E Stipe cesella anche la sua prima (presunta) canzone d'amore, la struggente "The One I Love" (in realtà dopo le prime due strofe - "Questa è colei che amo/ colei che mi sono lasciato dietro" - il terzo verso recita "un semplice oggetto per occupare il mio tempo", tradendo sarcasticamente ogni idea di sentimento). Marchiata da un giro melodico da ko immediato e da un ritornello tra i più leggendari del loro repertorio, sarà il primo singolo degli Rem a entrare nella Top Ten statunitense e resterà una delle grandi ballate pop del decennio. Ma sono tante le gemme a brillare in questo album. L'apocalittica "It's the End of the World As We Know It (And I Feel Fine)", anzitutto, con le sue chitarre jingle-jangle e un ritmo degno di Bo Diddley, su cui Stipe snocciola il suo interminabile testo. E poi quella energica "Finest Worksong" (con chitarra quasi hard-rock e drumming marziale), che ironizza sulle contraddizioni dell'era yuppie, o ancora la spiazzante cover di "Strange" dei Wire, la sghemba invettiva contro il maccartismo a ritmi quasi funk-punk di "Exhuming McCarthy", o il folk-rock d'annata di "Disturbance At The Heron House". Gli umori psichedelici degli Rem si condensano soprattutto nella dolente "King Of Birds", mentre la ballata da fine del mondo di "Fireplace" vuole riportare l'attenzione sul "fuoco che distrugge e che purifica", tema dominante dell'intero album come raccontato da Michael Stipe. Sempre ironico, sagace, polemico (il titolo originario doveva essere "Last Train To Disneyland"), l'album è un nuovo trionfo e segna la fine della gloriosa stagione della Irs, la piccola etichetta che aveva accompagnato tutte le produzioni degli Rem fino ad allora e che si "sfogherà" pubblicando ben due raccolte, Dead Letter Office (con rarità e cover) e la più sostanziosa antologia Eponymous. Ma Stipe e soci sono ormai delle star e le major fanno a gara per ingaggiarli.
tratto da www.ondarock.it/popmuzik/rem.htm
Tracklist:
1. Finest Worksong
2. Welcome to the occupation
3. Exhuming McCarthy
4. Disturbance at the Heron house
5. Strange
6. It's the end of the world as we know it (and I feel fine)
7. The One I love
8. Fireplace
9. Lightin' Hopkins
10. King of Birds
11. Oddfellows Local 151
martedì 9 marzo 2010
Viva le donne che son come l'acqua santa..
Resto ogni anno sconcertato dalla necessità di alcune donne di celebrare pomposamente l'otto marzo. Allora ho fatto una ricerca. La festa della donna è (ma guarda un po'?!) una grossa montatura: tutto nasce da un equivoco, quello per cui si celebra la festa del sesso femminile per ricordare le vittime (129 operaie) di una fabbrica di New York, drammaticamente scambiato per l'incendio della fabbrica Triangle, avvenuto in effetti il 25 Marzo del 1911.
In effetti, la giornata internazionale della donna ha perso la connotazione rivoluzionaria per la quale veniva celebrata fino a qualche tempo fa. Senza dimenticarsi che, in fondo, l'8 marzo è festa rossa, che ha radici anche nella rivoluzione d'Ottobre e che anche in Italia è stata celebrata per la prima volta su iniziativa del Partito Comunista per icordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo.
E fin qui tutto bene.
Ora, però, l'8 marzo è occasione per andare a mangiar fuori, per andare a ballare, per svagarsi, per divertirsi, per manifestare quella femminilità che, evidentemente, in altri frangenti non è possibile esternare. Credo che Rosa Luxembourg e Clara Zetkin, personaggi politici ed intellettuali degli inizi del secolo, non la pensassero proprio così quando cominciarono la loro battaglia. Spero di essere in grado di dimostrare alle donne cui tengo che non è ricordandomi di loro l'8 di marzo che rivendico la loro importanza. Spero di poterlo fare ogni giorno, in ogni occasione, e spero che loro non abbiano bisogno di sentirsi celebrate in un particolare giorno dell'anno per motivi che, magari, neanche sanno..
Poi c'è qualcuno che ci rimette anche la salute l'8 di marzo.. ma questa è un'altra storia per la quale ho già riso abbastanza oggi..
In effetti, la giornata internazionale della donna ha perso la connotazione rivoluzionaria per la quale veniva celebrata fino a qualche tempo fa. Senza dimenticarsi che, in fondo, l'8 marzo è festa rossa, che ha radici anche nella rivoluzione d'Ottobre e che anche in Italia è stata celebrata per la prima volta su iniziativa del Partito Comunista per icordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo.
E fin qui tutto bene.
Ora, però, l'8 marzo è occasione per andare a mangiar fuori, per andare a ballare, per svagarsi, per divertirsi, per manifestare quella femminilità che, evidentemente, in altri frangenti non è possibile esternare. Credo che Rosa Luxembourg e Clara Zetkin, personaggi politici ed intellettuali degli inizi del secolo, non la pensassero proprio così quando cominciarono la loro battaglia. Spero di essere in grado di dimostrare alle donne cui tengo che non è ricordandomi di loro l'8 di marzo che rivendico la loro importanza. Spero di poterlo fare ogni giorno, in ogni occasione, e spero che loro non abbiano bisogno di sentirsi celebrate in un particolare giorno dell'anno per motivi che, magari, neanche sanno..
Poi c'è qualcuno che ci rimette anche la salute l'8 di marzo.. ma questa è un'altra storia per la quale ho già riso abbastanza oggi..
venerdì 19 febbraio 2010
Jeff Buckley. Come diventare una leggenda del rock publicando un solo album.
Jeff Buckley riveste un ruolo particolare nella storia del rock, sia per la sua voce melodica ("la voce degli angeli"), sia per la sua morte, romantica e incredibile.
Jeffrey Scott Moorhead nasce il 17 novembre 1966 a Orange County, da Mary Guibert (riconiugata con Ron Moorhead) e da Tim Buckley, uno dei più grandi cantanti e compositori della storia del rock, che cominciava proprio in quel periodo la sua carriera, scegliendo di abbandonare moglie e figlio.Tim morì per overdose all'età di 28 anni, entrando nella leggenda della musica americana e trascinando suo malgrado il figlio, che vide per la prima volta poche settimane prima di morire, inconsapevole di un destino altrettanto avverso che li accumunerà. A 17 anni Jeff forma il suo primo gruppo, gli Shinehead, a Los Angeles. Nel 1990 ritorna a New York e con l'amico Gary Lucas costituisce i Gods & Monsters. Ma i dissidi interni portano il progetto ben presto al fallimento. Jeff Buckley inizia allora una carriera solista suonando nel circuito del Greenwich Villane e rendendosi noto soprattutto per la partecipazione al concerto tributo in onore del padre, di cui interpreta “Once I Was” (da “Goodbye and Hello”). Le sue prime esibizioni avvengono in un piccolo club dell'East Village di New York chiamato Sin-E'. Nel 1993, dopo alcuni anni di gavetta, Jeff ha la possibilità, tramite la Columbia, di registrare il suo primo disco, inciso dal vivo, proprio nel "suo" club. Live at Sin-E', contiene solo quattro pezzi, due dei quali sono cover, una di Edith Piaf e l'altra di Van Morrison, e due suoi pezzi, "Mojo Pin" ed "Eternal Life". Per promuovere il disco Jeff e la sua band partono per una tournée nel Nord America e in Europa. Visto il discreto successo, la sua casa discografica avvia una campagna promozionale per il suo primo disco completo Grace, pubblicato negli Usa nell'agosto del 1994. Nell’album si rivela tutto il talento di Jeff: la sua voce invocante sembra prendere coraggio per strada, finendo in un crescendo, intenso e doloroso. I testi - veri tormenti dell'anima e del profondo — pescano nel repertorio del padre Tim, ma anche di Bob Dylan, Leonard Cohen e Van Morrison. Il lavoro contiene dieci tracce: tre composte da Jeff, due in collaborazione con l'amico Gary Lucas, una con Michael Tighe e una con Mick Grondahl e Matt Johnson, più tre cover, tra le quali, da brivido, la meravigliosa "Halleluja" di Cohen.
Nell'album, Jeff Buckley suona chitarra, harmonium, organo e dulcimer, accompagnato da Mick Grondahl al basso, Matt Johnson alla batteria e percussioni, Michael Tighe e l'amico Gary Lucas alle chitarre. Grace risulta davvero un'opera carica di grazia, eseguita da un gruppo di tutto rispetto, con pezzi che esaltano le doti vocali di Jeff (in particolare le altre due cover, "Liliac Wine", "Corpus Christi Carol") tali da raggiungere una struggente intensità. Il canto di Buckley parte piano, modulando le inflessioni nello stile dei folk-singer, ma finisce sempre in un crescendo drammatico e “mistico”, lambendo blues e gospel. Uno stile ad effetto, che lascia senza fiato in ballate come “Lover”, “Ethernal Life” e “Dream Borother”, oltre che nella struggente title track. Musicalmente, sono il tintinnio della chitarra di Gary Lucas e i soffici sottofondi delle tastiere di Buckley a esaltare il senso di religiosità dei brani (metà dei quali sono di ispirazione liturgica). Arrangiamenti eleganti, a volte sinfonici, in bilico tra folk e rock, pop e soul, si combinano bene con l’esile trama delle melodie.
Nel 1997 viene avviato il progetto per la realizzazione del nuovo disco My sweetheart the drunk, che uscirà postumo, in una veste piuttosto grezza e visibilmente incompleta, con il titolo di Sketches (for my sweetheart the drunk). La band si esibisce sotto falsi nomi nei locali dell'est degli Stati Uniti, durante il Phantom Solo Tour che parte il 6 dicembre 1996, quando si esibiscono con il nome "The Crackboats". Altri nomi usati durante il tour furono: "Possessed By Elvis", "Father Demo", "Smackrobiotic", "Crit Club", "Topless America". Chiude quindi il 14 e il 15 dicembre a Washington, come "Martha & The Nicotines" e "A Puppet Show Named Julio".
Il 14 febbraio 1997 Jeff parte con il gruppo, destinazione Memphis, per le registrazioni del nuovo disco. Il produttore designato è Tom Verlaine. Le sessioni terminano nel marzo 1997, dopodiché la band torna a New York. Jeff invece si trattiene a Memphis. Ma la casa discografica non è contenta del materiale. Jeff, richiama dunque la band invitandola a tornare a Memphis.
Il 29 maggio 1997 fra le 20 e le 21, prima di andare in studio, Jeff si trova con il suo roadie Keith Foti a bordo del furgone di quest'ultimo. I due si fermano nei pressi del Wolf River, affluente del Mississipi. Jeff ha voglia di fare un bagno. Si immerge nelle acque del fiume con addosso i vestiti e gli stivali, e nuota a dorso fino ai piloni del ponte sull'autostrada, cantando il ritornello di Whole Lotta Love, dei Led Zeppelin.
Comincia a farsi buio. Keith richiama più volte Jeff chiedendogli di tornare a riva. C'è un battello che arriva dalla direzione opposta, ma ormai è troppo tardi: pochi secondi e Jeff Buckley scompare nelle acque del Wolf River.
Alle 21, circa, Keith chiama la polizia, che arriva un quarto d'ora più tardi e inizia a dragare il fiume. Successivamente telefona a Michael Tighe, a cui affida il compito di dare la notizia alla madre di Jeff, Mary Guibert, che si trova a Los Angeles.
La mattina del 5 giugno un passeggero del traghetto American Queen nota una sagoma di un corpo umano impigliato tra i rami di un albero che galleggia sotto il ponte di Beale Street, la via più importante di Memphis.
E così, il 'grande padre' Mississippi, il fiume che da Mark Twain all'epopea del blues ha segnato la storia e la cultura degli Stati Uniti, che trasportava la musica da Nord a Sud, che ha raccontato e ancora racconta al mondo il problema della segregazione razziale, si portava via una delle più grandi voci degli ultimi 30 anni, un artista incredibile e non valorizzato, che nel suo unico album studio pubblicato è riuscito a fondere grazia ed energia, eleganza e precisione.
Ci manca, ma forse l'aver concentrato in Grace tutta la sua arte l'ha reso ancora più grande.
Liberamente tratto da Onda Rock.
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giovedì 28 gennaio 2010
it's the end of the world as we know it..
That's great, it starts with an earthquake, birds and snakes, an aeroplane -
Lenny Bruce is not afraid. Eye of a hurricane, listen to yourself churn -
world serves its own needs, regardless of your own needs. Feed it up a knock,
speed, grunt no, strength no. Ladder structure clatter with fear of height,
down height. Wire in a fire, represent the seven games in a government for
hire and a combat site. Left her, wasn't coming in a hurry with the furies
breathing down your neck. Team by team reporters baffled, trump, tethered
crop. Look at that low plane! Fine then. Uh oh, overflow, population,
common group, but it'll do. Save yourself, serve yourself. World serves its
own needs, listen to your heart bleed. Tell me with the rapture and the
reverent in the right - right. You vitriolic, patriotic, slam, fight, bright
light, feeling pretty psyched.
It's the end of the world as we know it.
It's the end of the world as we know it.
It's the end of the world as we know it and I feel fine.
Six o'clock - TV hour. Don't get caught in foreign tower. Slash and burn,
return, listen to yourself churn. Lock him in uniform and book burning,
blood letting. Every motive escalate. Automotive incinerate. Light a candle,
light a motive. Step down, step down. Watch a heel crush, crush. Uh oh,
this means no fear - cavalier. Renegade and steer clear! A tournament,
a tournament, a tournament of lies. Offer me solutions, offer me alternatives
and I decline.
It's the end of the world as we know it.
It's the end of the world as we know it.
It's the end of the world as we know it and I feel fine.
The other night I tripped a nice continental drift divide. Mount St. Edelite.
Leonard Bernstein. Leonid Breshnev, Lenny Bruce and Lester Bangs.
Birthday party, cheesecake, jelly bean, boom! You symbiotic, patriotic,
slam, but neck, right? Right.
It's the end of the world as we know it.
It's the end of the world as we know it.
It's the end of the world as we know it and I feel fine...fine...
(It's time I had some time alone)
martedì 26 gennaio 2010
I Dire Straits e Tunnel of Love
« Mark Knopfler ha la straordinaria capacità di far emettere alla sua Schecter Custom Stratocaster dei suoni che paiono prodotti dagli angeli il sabato sera, quando sono esausti per il fatto di essere stati buoni tutta la settimana e sentono il bisogno di una birra forte. »
Con lo pseudonimo Dire Straits (in italiano Terribili Ristrettezze, a evidenziare una qual certa mancanza a livello economico..), Mark Knopfler e suo fratello David, John Illsey e Pick Withers cominciarono a fare musica nel 1977, in piena epopea punk, dosando il rock and roll al country, al blues e al jazz. Gli inizi, anche in virtù della anticonformistica scelta artistica, non furono dei migliori, e solo nel 1979, con la pubblicazione del singolo Sultans of Swing (contenuto nell'album dell'annco precedente, intitolato Dire Straits) la band riesce a scalare le classifiche inglesi.
La prima grande svolta artistica avviene nel 1980, con la pubblicazione dell'album Making Movies (il terzo della band, dopo Communiquè), in cui sono presenti alcuni brani prettamente melodici, come Tunnel of Love e Romeo & Juliet e, grazie alla collaborazione con il tastierista della mitica E-Street band di Bruce Springsteen, Roy Bittan, gli arrangiamenti risultano maggiormente armoniosi. Questo album, ritenuto dalla critica il capolavoro dei Dire Straits, sancisce anche la separazione tra i fratelli Knopfler, David, infatti, decise di lasciare la band durante la registrazione in seguito ad alcuni dissapori con Mark.
Il successo planetario viene raggiunto nel 1985, con l'album Brothers in Arms (l'album più venduto dell'intero decennio nel Regno Unito), contenente ben 5 singoli di enorme successo come So Far Away, Brothers in Arms, Walk of Life, Your Latest Trick e, sprattutto, Money for Nothing, il cui videoclip fu il primo in assoluto ad essere trasmesso da MTV in Gran Bretagna. Al successo di Brothers in Arms contribuì il fatto che si trattava del primo album rock ad essere stampato su compact disc.
Da allora l'attività della band calerà progressivamente, con un ultimo album in studio pubblicato nel 1991 (On every Street), ma la magia della prima metà degli anni '80 resterà solo un ricordo.
Tunnel of Love è la canzone che amo di più, è un brano caratterizzato da un testo molto poetico, che tratta temi quali la solitudine, l'incomunicabilità, l'amore come mezzo di evasione dalla quotidianità e il timore di soffrire. I protagonisti della vicenda narrata nella canzone sono un giovane uomo ed una giovane donna, entrambi soli e tormentati nel loro intimo da pene d'amore. Una sera, i due si incontrano in un luna park e si innamorano profondamente e reciprocamente; tuttavia, alla fine della serata si separano e tra loro non nasce alcuna relazione amorosa, probabilmente perché entrambi, pur provando sentimenti sinceri, sono frenati dalla paura di soffrire ancora. Il brano (della durata complessiva di ben 8 minuti) si conclude con un lungo assolo di chitarra (oltre due minuti e mezzo) suonato dallo stesso Knopfler e caratterizzato da grande lirismo. Lo stesso assolo ha ricevuto numerosi apprezzamenti nel corso degli anni ed è riconosciuto come uno dei più profondi e commoventi assoli della storia. Il brano contiene un breve estratto della canzone Carousel Waltz, contenuta nel musical Carousel di Richard Rodgers e Oscar Hammerstein II.
La prima grande svolta artistica avviene nel 1980, con la pubblicazione dell'album Making Movies (il terzo della band, dopo Communiquè), in cui sono presenti alcuni brani prettamente melodici, come Tunnel of Love e Romeo & Juliet e, grazie alla collaborazione con il tastierista della mitica E-Street band di Bruce Springsteen, Roy Bittan, gli arrangiamenti risultano maggiormente armoniosi. Questo album, ritenuto dalla critica il capolavoro dei Dire Straits, sancisce anche la separazione tra i fratelli Knopfler, David, infatti, decise di lasciare la band durante la registrazione in seguito ad alcuni dissapori con Mark.
Il successo planetario viene raggiunto nel 1985, con l'album Brothers in Arms (l'album più venduto dell'intero decennio nel Regno Unito), contenente ben 5 singoli di enorme successo come So Far Away, Brothers in Arms, Walk of Life, Your Latest Trick e, sprattutto, Money for Nothing, il cui videoclip fu il primo in assoluto ad essere trasmesso da MTV in Gran Bretagna. Al successo di Brothers in Arms contribuì il fatto che si trattava del primo album rock ad essere stampato su compact disc.
Da allora l'attività della band calerà progressivamente, con un ultimo album in studio pubblicato nel 1991 (On every Street), ma la magia della prima metà degli anni '80 resterà solo un ricordo.
Tunnel of Love è la canzone che amo di più, è un brano caratterizzato da un testo molto poetico, che tratta temi quali la solitudine, l'incomunicabilità, l'amore come mezzo di evasione dalla quotidianità e il timore di soffrire. I protagonisti della vicenda narrata nella canzone sono un giovane uomo ed una giovane donna, entrambi soli e tormentati nel loro intimo da pene d'amore. Una sera, i due si incontrano in un luna park e si innamorano profondamente e reciprocamente; tuttavia, alla fine della serata si separano e tra loro non nasce alcuna relazione amorosa, probabilmente perché entrambi, pur provando sentimenti sinceri, sono frenati dalla paura di soffrire ancora. Il brano (della durata complessiva di ben 8 minuti) si conclude con un lungo assolo di chitarra (oltre due minuti e mezzo) suonato dallo stesso Knopfler e caratterizzato da grande lirismo. Lo stesso assolo ha ricevuto numerosi apprezzamenti nel corso degli anni ed è riconosciuto come uno dei più profondi e commoventi assoli della storia. Il brano contiene un breve estratto della canzone Carousel Waltz, contenuta nel musical Carousel di Richard Rodgers e Oscar Hammerstein II.
mercoledì 20 gennaio 2010
Le nuove regole dal 1° Luglio 2010
La FIBA, la Federazione Internazionale, ha approvato alcune importanti variazioni tecniche che andranno in vigore dall’anno sportivo 2010-2011. Le variazioni interessano una nuova tracciatura del campo di gara (per quanto riguarda l’area dei tre secondi, l’area di tiro da tre punti, le linee delle rimesse, i semicerchi no sfondamento) e una nuova applicazione della regola dei ventiquattro secondi.
La Federazione Italiana Pallacanestro ha deliberato l’adeguamento alle nuove normative nel Consiglio Federale del 15 e 16 maggio 2009.
Tutte le variazioni saranno obbligatorie per le Società partecipanti ai Campionati Nazionali Professionistici ed ai Campionati Nazionali dilettantistici maschili e femminili, mentre le Società partecipanti ai Campionati Regionali Senior e Campionati giovanili non saranno soggette alla variazione della regola dei ventiquattro secondi.
Area dei tre secondi
Le aree dei tre secondi devono essere rettangolari e non più trapezoidali.
Area di tiro da tre punti
La linea da tre punti deve essere tracciata a m 6,75 dal canestro.
Linee delle rimesse
Le due piccole linee devono essere tracciate fuori dal campo, sul lato opposto al tavolo degli Ufficiali di campo e alle panchine, con il bordo esterno a m 8,325 dal bordo interno della linea di fondo, in altre parole in corrispondenza del punto della linea da tre punti più vicino alla linea di metà campo.
Durante gli ultimi due minuti sia del tempo regolamentare sia del tempo supplementare, a seguito di un time-out richiesto dalla squadra in possesso di palla nella propria metà campo, la rimessa successiva deve avvenire dal lato opposto del tavolo degli Ufficiali di Campo, dalla linea della rimessa e non dalla linea di metà campo.
Semicerchi “no-sfondamento”
I semicerchi “no-sfondamento” devono essere tracciati sul campo di gioco, sotto i canestri. La distanza del bordo interno del semicerchio dal centro del canestro (sul campo) deve essere di m 1.25.
Un fallo di sfondamento (offensivo) non deve mai essere fischiato se il contatto del giocatore in attacco avviene con un difensore all’interno del semicerchio.
Ventiquattro secondi
Per una rimessa da effettuare nella propria metà campo, se richiesto dalle regole di riferimento, il cronometro dei 24 secondi deve essere resettato a 24 sec.
Per una rimessa da effettuare nella metà campo d’attacco, se richiesto dalle regole di riferimento, il cronometro dei 24 secondi deve essere resettato come segue:
Veniamo ai commenti... Alcune cose sono molto interessanti, per esempio la linea dei tre punti spostata mezzo metro indietro e dalla forma più simile a quella NBA. Altre mi trovano un po' perplesso: il semicerchio sotto al canestro si è dimostrato più volte un'incongruenza, inoltre rischia di essere un altro problema per i nostri amati arbitri, già in difficoltà con le regole di adesso.
In realtà mi chiedo perchè non ne abbiano approfittato per eliminare la regola della freccia che è, palesemente, una regola SBAGLIATA e INGIUSTA. Ma questa, credo, è una crociata che col passare del tempo sempre meno gente difenderà..
La Federazione Italiana Pallacanestro ha deliberato l’adeguamento alle nuove normative nel Consiglio Federale del 15 e 16 maggio 2009.
Tutte le variazioni saranno obbligatorie per le Società partecipanti ai Campionati Nazionali Professionistici ed ai Campionati Nazionali dilettantistici maschili e femminili, mentre le Società partecipanti ai Campionati Regionali Senior e Campionati giovanili non saranno soggette alla variazione della regola dei ventiquattro secondi.
Area dei tre secondi
Le aree dei tre secondi devono essere rettangolari e non più trapezoidali.
Area di tiro da tre punti
La linea da tre punti deve essere tracciata a m 6,75 dal canestro.
Linee delle rimesse
Le due piccole linee devono essere tracciate fuori dal campo, sul lato opposto al tavolo degli Ufficiali di campo e alle panchine, con il bordo esterno a m 8,325 dal bordo interno della linea di fondo, in altre parole in corrispondenza del punto della linea da tre punti più vicino alla linea di metà campo.
Durante gli ultimi due minuti sia del tempo regolamentare sia del tempo supplementare, a seguito di un time-out richiesto dalla squadra in possesso di palla nella propria metà campo, la rimessa successiva deve avvenire dal lato opposto del tavolo degli Ufficiali di Campo, dalla linea della rimessa e non dalla linea di metà campo.
Semicerchi “no-sfondamento”
I semicerchi “no-sfondamento” devono essere tracciati sul campo di gioco, sotto i canestri. La distanza del bordo interno del semicerchio dal centro del canestro (sul campo) deve essere di m 1.25.
Un fallo di sfondamento (offensivo) non deve mai essere fischiato se il contatto del giocatore in attacco avviene con un difensore all’interno del semicerchio.
Ventiquattro secondi
Per una rimessa da effettuare nella propria metà campo, se richiesto dalle regole di riferimento, il cronometro dei 24 secondi deve essere resettato a 24 sec.
Per una rimessa da effettuare nella metà campo d’attacco, se richiesto dalle regole di riferimento, il cronometro dei 24 secondi deve essere resettato come segue:
- Se quando il tempo viene bloccato il display segna 14 sec o più, il cronometro dei 24 non va resettato e deve rimanere com’è.
- Se quando il tempo viene bloccato il display segna 13 sec o meno, il cronometro dei 24 sec. deve essere resettato a 14 sec.
Veniamo ai commenti... Alcune cose sono molto interessanti, per esempio la linea dei tre punti spostata mezzo metro indietro e dalla forma più simile a quella NBA. Altre mi trovano un po' perplesso: il semicerchio sotto al canestro si è dimostrato più volte un'incongruenza, inoltre rischia di essere un altro problema per i nostri amati arbitri, già in difficoltà con le regole di adesso.
In realtà mi chiedo perchè non ne abbiano approfittato per eliminare la regola della freccia che è, palesemente, una regola SBAGLIATA e INGIUSTA. Ma questa, credo, è una crociata che col passare del tempo sempre meno gente difenderà..
martedì 19 gennaio 2010
Remembering Janis Joplin..
Oggi, 19 gennaio, ricorre l'anniversario della nascita di una delle più importanti artiste del 20° secolo: Janis Joplin.
Janis Joplin, texana di Port Arthur, figlia di un ingegnere della Texaco e di un'impiegata del college, inizia ufficialmente la sua carriera di artista nel 1966, quando fu chiamata per un posto da voce solista nella Big Brother and the Holding Company.
La stile sfoggiato dalla Joplin evidenziava l'ispirazione del periodo, suffragata dallo spirito di uguaglianza fra bianchi e neri e, non a caso, parte della cultura stessa della Joplin, in grado di acquistare una più dignitosa lapide per Bessie Smith, morta perché, dopo un incidente stradale, non venne soccorsa subito in quanto "negra".
Condivideva gli ideali del tempo, quelli che poi sfociarono nel movimento Hippy. Per farlo, si trasferì in California, in particolare nel rinomato quartiere di San Francisco, culla della nascente cultura, Haight-Ashbury.
Nel 1968 incise Cheap Thrills, secondo album del gruppo (tra i brani una cover di Summertime di Gershwin e Piece of my Heart) che entrò velocemente nella classifica di Billboard, raggiungendo il n. 1 e mantenendo tale posizione per otto settimane.
L'anno seguente si mise in proprio scegliendo un nuovo gruppo d'accompagnamento, la Kozmic Blues Band, con il quale pubblicò l'album I Got Dem Ol' Kozmic Blues Again Mama! in cui la Joplin fa mostra della propria grandezza di performer e in alcuni brani raggiunge vette interpretative da brivido (Kozmic blues, Little girl blue, Maybe, Work me Lord).
In realtà la sua ricerca e pretesa di perfezione musicale (nella dinamica dell'improvvisazione) la mette in conflitto con i gruppi musicali con cui suona. Cambia ancora gruppo scegliendo la Full-Tilt Boogie Band: l'album Pearl fu pubblicato postumo nel gennaio 1971, entrò subito in classifica al n. 1 mantenendo tale posizione per 9 settimane. Il primo singolo tratto dall'album fu Me and Bobby McGee che raggiunse il primo posto nella classifica dei singoli, ma vi sono altri brani di rara bellezza e intensità, Cry baby, Get it while you can, Mercedes Benz, Trust me, My baby.
Janis Joplin muore il 4 Ottobre del 1970, per overdose di eroina. Fu trovata sanguinante, con il viso sul pavimento della sua stanza di un motel di Los Angeles.
Riconosciuta e ricordata per la sua grandezza e unicità di performer, nel 1995 è stata inserita nella Rock and Roll Hall of fame e nel 2005 è stata insignita del Grammy Award alla carriera. È lei la protagonista della canzone di Leonard Cohen "Chelsea Hotel", dove il cantautore canadese vanta la rievocazione di una loro fugace relazione sessuale avvenuta tra le lenzuola del mitico hotel.
Dopo quasi 40 anni dalla sua scomparsa, Janis Joplin è ancora un icona del movimento degli anni '60 e '70, una figura di riferimento, sia per il suo stile che per la sua musica.
E' curioso ricordarla assieme ad altri due grandi della musica di quegli anni, anche loro morti per overdose, accumunati dalla stessa età al momento del decesso (27 anni): Jimi Hendrix e Jim Morrison.
Janis Joplin, texana di Port Arthur, figlia di un ingegnere della Texaco e di un'impiegata del college, inizia ufficialmente la sua carriera di artista nel 1966, quando fu chiamata per un posto da voce solista nella Big Brother and the Holding Company.
La stile sfoggiato dalla Joplin evidenziava l'ispirazione del periodo, suffragata dallo spirito di uguaglianza fra bianchi e neri e, non a caso, parte della cultura stessa della Joplin, in grado di acquistare una più dignitosa lapide per Bessie Smith, morta perché, dopo un incidente stradale, non venne soccorsa subito in quanto "negra".
Condivideva gli ideali del tempo, quelli che poi sfociarono nel movimento Hippy. Per farlo, si trasferì in California, in particolare nel rinomato quartiere di San Francisco, culla della nascente cultura, Haight-Ashbury.
Nel 1968 incise Cheap Thrills, secondo album del gruppo (tra i brani una cover di Summertime di Gershwin e Piece of my Heart) che entrò velocemente nella classifica di Billboard, raggiungendo il n. 1 e mantenendo tale posizione per otto settimane.
L'anno seguente si mise in proprio scegliendo un nuovo gruppo d'accompagnamento, la Kozmic Blues Band, con il quale pubblicò l'album I Got Dem Ol' Kozmic Blues Again Mama! in cui la Joplin fa mostra della propria grandezza di performer e in alcuni brani raggiunge vette interpretative da brivido (Kozmic blues, Little girl blue, Maybe, Work me Lord).
In realtà la sua ricerca e pretesa di perfezione musicale (nella dinamica dell'improvvisazione) la mette in conflitto con i gruppi musicali con cui suona. Cambia ancora gruppo scegliendo la Full-Tilt Boogie Band: l'album Pearl fu pubblicato postumo nel gennaio 1971, entrò subito in classifica al n. 1 mantenendo tale posizione per 9 settimane. Il primo singolo tratto dall'album fu Me and Bobby McGee che raggiunse il primo posto nella classifica dei singoli, ma vi sono altri brani di rara bellezza e intensità, Cry baby, Get it while you can, Mercedes Benz, Trust me, My baby.
Janis Joplin muore il 4 Ottobre del 1970, per overdose di eroina. Fu trovata sanguinante, con il viso sul pavimento della sua stanza di un motel di Los Angeles.
Riconosciuta e ricordata per la sua grandezza e unicità di performer, nel 1995 è stata inserita nella Rock and Roll Hall of fame e nel 2005 è stata insignita del Grammy Award alla carriera. È lei la protagonista della canzone di Leonard Cohen "Chelsea Hotel", dove il cantautore canadese vanta la rievocazione di una loro fugace relazione sessuale avvenuta tra le lenzuola del mitico hotel.
Dopo quasi 40 anni dalla sua scomparsa, Janis Joplin è ancora un icona del movimento degli anni '60 e '70, una figura di riferimento, sia per il suo stile che per la sua musica.
E' curioso ricordarla assieme ad altri due grandi della musica di quegli anni, anche loro morti per overdose, accumunati dalla stessa età al momento del decesso (27 anni): Jimi Hendrix e Jim Morrison.
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