Never Mind the Bollocks, Here's the Sex Pistols, pubblicato dalla Virgin Records il 28 ottobre 1977, è l'unico album ufficiale vero e proprio inciso in studio dal gruppo punk rock Sex Pistols. Il titolo suscitò scalpore: Never Mind the Bollocks, Here's the Sex Pistols (Sbattitene i coglioni, qui ci sono i Sex Pistols) creò non pochi problemi di distribuzione perché alcuni negozianti inglesi si rifiutarono di esporre l'album in vetrina a causa dell'espressione sconcia contenuta nel titolo. Già all'epoca la rivista americana Rolling Stone scrisse benissimo dell'album dei Sex Pistols e nel 2004 lo ha inserito alla posizione numero 41 nella lista dei 500 migliori album di sempre da loro stilata.
Nel 1987, la rivista Rolling Stone ha nominato il disco il secondo miglior album degli ultimi vent'anni, posizionandolo dietro solo a Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band dei Beatles.
Nel 2006, l'album è stato selezionato dalla prestigiosa rivista Time come uno dei 100 migliori dischi di sempre.
Versioni embrionali della maggior parte delle canzoni presenti sull'album, apparvero sul bootleg intitolato Spunk, consistente in registrazioni demo che la band fece durante il 1976 e il gennaio del 1977, e che venne pubblicato illegalmente poco tempo prima dell'uscita ufficiale di Never Mind The Bollocks.
Anche se Never Mind The Bollocks è l'unico album ufficialmente pubblicato dai Sex Pistols mentre il cantante Johnny Rotten era ancora membro effettivo del gruppo, praticamente tutti brani in esso contenuti sono stati in seguito inseriti in ordine sparso in numerose compilation e raccolte. Tutti e quattro i precedenti singoli della band sono presenti sull'album. Alcune canzoni del disco sono inoltre presenti in versioni differenti nel film The Great Rock 'n' Roll Swindle, e nell'album della relativa colonna sonora.
Oltre alla parola "bollocks" ("coglioni") in copertina, fecero molto scalpore anche le liriche di brani come God Save the Queen e Anarchy in the UK. Entrambe le canzoni furono ritenute oltraggiose ed offensive, un depravato assalto alla monarchia Britannica e alla società civile in generale, comprese le istituzioni. Un attacco, senza precedenti nella musica pop, all'ordine sociale, alla moralità e alla decenza pubblica. In particolare, God Save The Queen venne vista come un attacco personale diretto alla regina Elisabetta II, definita nel testo della canzone una "deficiente" (a moron).
L'album è da sempre considerato un punto di svolta della storia del rock. Ondarock lo definisce il disco che ha fatto definitivamente esplodere il fenomeno punk in tutto il mondo e dice anche che la sua influenza si avverte ancora oggi. Rockol dice nella recensione dell'album che se c’è un disco che simboleggia meglio di ogni altro il mutamento di un’epoca, è questo e che L’attacco di Anarchy resta uno dei momenti topici del rock del secolo scorso. Rockline parla dell'album come del disco portabandiera del Punk 77 made in England. Nel seguito della recensione, tuttavia, si dice anche che non si può certo affermare che questo disco sia il miglior disco Punk mai realizzato, forse nemmeno quello più riuscito per quanto riguarda le liriche, né tantomeno si può dire a proposito della parte strumentale, ma sta di fatto che i Sex Pistols hanno saputo impersonare alla perfezione la figura dei punk. All Music lo definisce semplicemente uno degli album migliori e più ispirati della storia del rock.
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