martedì 27 aprile 2010

Dove la è andata a prendere questa espressione?!

Ma come parlaaaaa? Le parole sono importantiiiii!!!
"Filippo, scusa, MI HANNO DETTO DI CHIEDERTI IL TRAPANO.."
Ma chi? E perché? Scusa, se hai bisogno del trapano, non puoi chiedermi: "mi presti il trapano, per cortesia, che devo appendere sto cavolo di banner col quale vi ho stressato tutti..". Mi hanno detto di chiederti il trapano è una forma diabolica per dare la colpa a qualcun'altro (chissà chi, poi, altra diavoleria..) di una cosa per la quale ti senti in colpa tu. Sarò anche un gran rompiscatole, non le sarò certo simpatico ma (a parte che chissene..) certo che anche lei non fa nulla per migliorare la sua situazione.. Vabbè, continuiamo così, facciamoci del male..

giovedì 22 aprile 2010

finally, we got it!

Ingredienti:
1 kg di coniglio,
500 gr di pomodorini,
1/2 bicchiere di vino bianco,
1 cipolla, 1 aglio,
sedano, aceto
peperoncino, basilico, rosmarino,
1 dl di olio extra vergine di oliva

Procedimento:
Tagliare il coniglio a pezzetti e lavatelo e lasciatelo a bagno per 30 minuti in una terrina con acqua fredda e aceto per eliminare l’odore di selvaggina.
Mettere i pezzetti di coniglio in padella a fuoco vivo finchè non si sarà eliminato l’acqua contenuta nelle carni.

Appena i pezzetti iniziano a prendere colore aggiungere l’olio, farlo rosolare sfumando con il vino bianco.
Togliere i pezzetti di coniglio dala padella aggiungere nel fondo di cottura altro olio d’oliva e far soffriggere cipolla,aglio, il sedano e il peperoncino tutto tagliato a pezzettini.
Unire poi i pomodorini, aggiustare di sale e cuocere per un quarto d’ora.
Riadagliare i pezzi di coniglio nel sugo e cuocere a fuoco lento finchè il sugo non diventi ben ristretto.
Quando la cottura del coniglio alla cacciatora sarà ultimata, aggiungere basilico e rosmarino e servire.

giovedì 15 aprile 2010

Nuovo plug-in per la privacy su Google Analytics

Novità sul fronte della tutela della Privacy per Google Analytics: in arrivo un plug-in per i principali browser in commercio tramite il quale decidere quali informazioni rendere disponibili per il tracking. Una decisione importante, frutto di precedenti perplessità.
Uno degli strumenti più potenti e utilizzati per il monitoraggio del traffico Web e dell'efficacia delle campagne marketing, era stato oggetto di accuse per il poco rispetto della privacy degli utenti.
Il nuovo plug in cerca quindi di coniugare esigenze aziendali e riservatezza utenti, permettendo a questi ultimi di decidere quali e quante informazioni rilasciare al servizio di tracking.
Buone notizie, quindi, per tutti coloro che temono di consegnare informazioni preziose ai server di Mountain View. Tuttavia, è bene ricordare come in molti casi le informazioni "carpite" agli internauti siano generalmente utilizzate internamente con il solo intento di offrire un servizio migliore. 
Il plug in verrà rilasciato nelle prossime settimane.

giovedì 8 aprile 2010

Document (1987) segna l'inizio della seconda grande stagione degli Rem. Ormai consapevoli dell'affiatamento raggiunto e della maturità del loro sound, i ragazzi di Athens riescono finalmente a mettere a fuoco la cosa che riesce loro meglio: le canzoni, i ritornelli, gli hook indispensabili per catturare il pubblico e attirarlo per sempre a sé. La luminosa produzione di Scott Litt infonde una buona dose di energia rock alle loro sonorità. E Stipe cesella anche la sua prima (presunta) canzone d'amore, la struggente "The One I Love" (in realtà dopo le prime due strofe - "Questa è colei che amo/ colei che mi sono lasciato dietro" - il terzo verso recita "un semplice oggetto per occupare il mio tempo", tradendo sarcasticamente ogni idea di sentimento). Marchiata da un giro melodico da ko immediato e da un ritornello tra i più leggendari del loro repertorio, sarà il primo singolo degli Rem a entrare nella Top Ten statunitense e resterà una delle grandi ballate pop del decennio. Ma sono tante le gemme a brillare in questo album. L'apocalittica "It's the End of the World As We Know It (And I Feel Fine)", anzitutto, con le sue chitarre jingle-jangle e un ritmo degno di Bo Diddley, su cui Stipe snocciola il suo interminabile testo. E poi quella energica "Finest Worksong" (con chitarra quasi hard-rock e drumming marziale), che ironizza sulle contraddizioni dell'era yuppie, o ancora la spiazzante cover di "Strange" dei Wire, la sghemba invettiva contro il maccartismo a ritmi quasi funk-punk di "Exhuming McCarthy", o il folk-rock d'annata di "Disturbance At The Heron House". Gli umori psichedelici degli Rem si condensano soprattutto nella dolente "King Of Birds", mentre la ballata da fine del mondo di "Fireplace" vuole riportare l'attenzione sul "fuoco che distrugge e che purifica", tema dominante dell'intero album come raccontato da Michael Stipe. Sempre ironico, sagace, polemico (il titolo originario doveva essere "Last Train To Disneyland"), l'album è un nuovo trionfo e segna la fine della gloriosa stagione della Irs, la piccola etichetta che aveva accompagnato tutte le produzioni degli Rem fino ad allora e che si "sfogherà" pubblicando ben due raccolte, Dead Letter Office (con rarità e cover) e la più sostanziosa antologia Eponymous. Ma Stipe e soci sono ormai delle star e le major fanno a gara per ingaggiarli.


Tracklist:
1. Finest Worksong
2. Welcome to the occupation
3. Exhuming McCarthy
4. Disturbance at the Heron house
5. Strange
6. It's the end of the world as we know it (and I feel fine)
7. The One I love
8. Fireplace
9. Lightin' Hopkins
10. King of Birds
11. Oddfellows Local 151
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