giovedì 13 agosto 2009

Ciao Gallaz

Ho saputo della scamparsa di Giacomo solo la sera di Domenica 10, mentre navigavo ignaro fra un sito e l'altro, come tante altre volte. Una delle cose più allucinanti che ho potuto evidenziare in tutta questa storia è stata l'incredibile boom fatto registrare dagli accessi al nostro sito internet, con visite provenienti da ogni parte del mondo, ognuna per strappare un pezzettino di Giacomo e farlo proprio. E anche se tutto ciò ha significato una grossa quantità di movimenti sul nostro portale, e quindi, nel senso più impersonale che riesca ad immaginare, un passo avanti per quello che può essere il nostro obiettivo di massimizzare la visibilità del sito, non riesco a fare a meno di elaborare alcune considerazioni.
La cosa più facile in questi casi, è riempirsi di frasi piene di retorica, citando quanto fosse dolce il suo sorriso o belli i momenti passati con lui, non sono certo io la persona indicata a questo tipo di discorso, vuoi per l'indole del mio carattere, vuoi perchè Giacomo era "uno dei tanti" che scorgi durante l'anno e, sebbene avessi capito fin da subito leggendo il suo nome in quel triste articolo, avrebbe potuto esserci chiunque al suo posto.
Nonostante questo, Giacomo era uno di quelli che avevo notato: la sua squadra, l'under 17 allenata da coach Rocca, chiudeva i propri turni di allenamento proprio prima che iniziassero quelli della serie c, e spesso mi sono messo ad osservare quali giovani virgulti sarebbero potuti essere un giorno (nemmeno troppo lontano) un valido sostegno alla prima squadra. Fra i vari talenti emergenti, l'atteggiamento di Giacomo mi aveva colpito: educato, sempre al suo posto,
ma potevi leggere nei suoi occhi la soddisfazione nel poter fare parte della squadra e, più in generale, giocare a basket. Quando avevo la sua età anche io ebbi qualche difficoltà nel trovare spazio nella squadra dove giocavo, ma la dedizione, la passione per questo gioco non mi hanno mai abbandonato e, anzi, mi hanno spinto oltre, mentre i miei compagni, chi prima chi poi, abbandonava l'attività agonistica, io riuscivo a ritagliarmi sempre più spazio, togliendomi
anno dopo anno svariate soddisfazioni. Egoisticamente, pensavo che Giacomo potesse ripercorrere questa strada, perchè bastano 20 secondi per accorgersi se un ragazzo gioca per piacere agli altri, per soddisfare le proprie voglie o, peggio, per fare un piacere a qualcuno. Giacomo era fatto della mia stessa pasta, anche se non avrà più la possibilità di dimostrarlo, anche se alle "Rodriguez" non vedremo più le sue braccia da airone spiccare il volo sino al canestro.
Credo che la stagione che da qui ad un mese aprirà il sipario sarà molto dura, per chiunque vesta una divisa BSL, soprattutto nel primo periodo. La presenza di Giacomo si farà sentire in ogni canestro, ogni passaggio, ogni incitamento sarà pervaso dalla sensazione comune data dal fatto che lui, qui con noi, non c'è più. Penso che la cosa più importante e significativa sia ricordarlo ognuno per se, senza falsi moralismi o "ma perchè è successo proprio a lui?", traendo forza dalla sua assenza.
Tieniti pronto, Gallaz, quest'anno le tue mani, i tuoi piedi e il tuo cuore giocano con me.

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