sabato 30 maggio 2009

Days 1 &2 - Luca Cecconi, Leslie Nielsen e Clarence Seedorf...


Qui Londra. I primi due giorni sono passati senza eccessivi scossoni; nello specifico: il volo di ieri è stato sereno, mi sono ritrovato imballottato con un gruppo formato da 4 coppie bolognesi in visita a Londra, fra tutti quanti facevano più casino di una 5^ liceo in gita.. Il più agitato era il sosia di Leslie Nielsen, che continuava a fare lo splendido con la hostess (inglese), apostrofonadola in bulgnàis. Al termine del viaggio nessuno dei due aveva capito alcunchè dell'altro... In aereoporto, oltre al gradito saluto di un'abbronzata Elena, il vero, grande, episodio: l'incontro con Luca Cecconi. Mi è mancato giusto così per non brozzarlo e chiedergli di fare una foto.. Peccato.. (il buon cecco è poi anche salito sul mio stesso aereo, me lo sono ritrovato al controllo documenti di Gatwick che mostrava tutto lo charme del suo capello ondulato..).
Una volta sistematomi in albergo è giunto il momento dell'incontro con Willis, apparso in splendida forma: i 3 mesi qui a Londra hanno sicuramente migliorato il suo inglese e gli hanno dato la possibilità di conoscere un sacco di persone e caratteri differenti. La serata è stata all'insegna della birra! Oggi, invece, è stato il grande giorno di Wembley, dove si disputava la finale della FA Cup fra il Chelsea e l'Everton. Con Willis (e Antonio, un suo amico spagnolo simpaticissimo e grossissimo che potete scorgere nella foto..) ci siamo trovati in Liverpool Street verso le 12:30, poi, in metro, tutti allo stadio. Di biglietti neanche l'ombra (erano esauriti da due mesi..), però è stato bellissimo lo stesso scendere assieme a tutti i tifosi (beninteso, di entrambe le squadre..) e farsi i 500 metri fino allo stadio sommerso dai cori delle due tifoserie. Alla fine, dopo una capatina da un bookmaker davanti allo stadio (risultato finale: +3,60 GBP in 5, cioè +0,70 GBP a testa, ma solo perchè non hanno dato buono un clamoroso gol di Malouda..) ci siamo infilati in un pub di soli tifosi del Chelsea (fra i quali, il più sorridente è stato il sosia di Clarence Seedorf..), che alle 3 del pomeriggio facevano lavorare e non poco le spinatrici di birra. Ovviamente, ci siamo adeguati..
Il rientro in albergo è avvenuto dopo le 19:00, dopo aver salutato Willis che nella notte prenderà l'aereo per tornare a Bologna per il matrimonio del fagiano.. Domani sarà una giornata molto importante, visti gli impegni calcistici del Bologna fc. In serata è atteso l'arrivo di Jacopo, dopodichè sarà solo WebTrends..

mercoledì 27 maggio 2009

Eddai, sfruttiamo il momento di trance agonistica..


In questo post, invece, vi propongo il pezzo che è stato pubblico sull'ultimo numero del BSL Magazine, "prestigiosa" pubblicazione della società di pallacanestro sanlazzarese.
P.S.: Gianni, se ci sei, batti un colpo...

In 11 anni di pallacanestro "senior" e oltre 300 partite giocate, mi è capitato di vederne di cotte e di crude..Campi al limite della praticabilità, trasferte "impossibili", personaggi curiosi. Tra questi, ma dovrei modificare l'aggettivo in impressionante, quello che mi ha colpito di più è Gianni Gualdi. Forse a molti di voi questo nome non dice nulla, ma dovreste sapere che il ragazzo ne mastica di palla a spicchi, eccome.
Nato a Campagnola Emilia nel 1958 (si, non è un errore, 19 gennaio 1958), Gianni cresce a pane e spalding, tra i campetti vicino a casa. La "carriera" vera e propria di Gianni comincia in quel di Correggio, il paese natale di un certo Ligabue, e come in una canzone di Ligabue (facciamo "una vita da mediano"? oppure "non è tempo per noi"?) comincia a farsi strada partendo dal basso, senza le luci della ribalta. L'esordio in serie C a 17 anni e poi alcune stagioni in giro fra Reggio Emilia e Roseto tentando la scalata in serie B, diventandone anche il miglior realizzatore. Dotato di un palleggio arresto e tiro fulminante e un fiuto per il rimbalzo offensivo che non ha rivali, Gualdi mette in campo grande agonismo e voglia di vincere, e con queste riesce a sopperire ad un fisico non necessariamente statuario (si tratta di un ala piccola di 1,90 m). Al ritorno dalle sue peregrinazioni in giro per l'Italia, a Gianni capita l'episodio che cambierà la vita di atleta e di uomo: durante un normale turno di lavoro, una delle macchine alle quali sta lavorando "impazzisce" e gli trancia di netto 3 dita della mano destra, la mano "forte".
Qui inizia la seconda vita del Gualdi cestista, fatta di forza di volontà e voglia di non abbandonare il mondo della palla arancio. Torna nella sua Correggio e riparte dalla serie C, fa della sua mano sinistra la sua nuova mano forte e cerca di sfruttare al meglio quello che gli rimane dell'altra mano. Gualdi soffre, sbuffa, a fatica riesce a mettere assieme i cocci, poi migliora, trova confidenza con il suo corpo e sboccia. Nel 1989 vince il campionato di serie C con Correggio e lo fa da protagonista (oltre 27 ad allacciata di scarpa) e l'anno dopo torna a vincere la classifica marcatori di serie B, a oltre 21 si media, senza 3 dita di una mano... Chi lo vede giocare parla di una forza della natura, qualcosa che va oltre alla prepotenza tecnica. Gualdi spiega la pallacanestro ai suoi avversari e, anche se l'anno si conclude con la retrocessione della sua squadra, in pochi non noteranno la sua presenza fra i palasport di mezza Italia.
Negli anni successivi Gualdi si sposta a Castelnovo di Sotto, per 2 campionati in C2 e altrettanti in C1, un ultimo anno a Correggio nel 1996, poi Bagnolo e Carpi, ancora fra C1 e C2. Nel 2003, mentre con il San Mamolo sto cercando di conquistare un posto al sole nel campionato di serie D, ci troviamo ad affrontare una neopromossa dal campionato di Promozione, la Budriese di Correggio. Fra le fila ospiti, noto in riscaldamento la presenza di un "vecchietto" (45 anni, i capelli bianchi) e dalla mia metà campo mi accorgo che ha qualcosa di particolare... Inizia la partita e il "vecchietto" (e solo a quel punto mi accorgo della sua menomazione fisica) mi prende e accende l'autobus: finta-palleggio-arresto-tiro, virate, piazzati, una furia. La sua squadra gioca quasi esclusivamente per lui e, per tutta la partita, rimane attaccata alla squadra di casa. Grazie ad una panchina più lunga e maggiore freschezza nel settore lunghi, il San Mamolo porta a casa la sfida con pochi punti di margine, a fine partita chiedo al vice allenatore di allungarmi il referto, perché ero curioso di sapere quanto mi aveva fatto male questo "vecchietto" senza 3 dita: 51. Aspetta, che lo scrivo meglio: cinquantuno. Oh, 51 punti! In una parola, immarcabile. Al momento dei saluti, vado a complimentarmi e leggo nei suoi occhi tutta la rabbia per non aver portato a casa i 2 punti.
Se avessi bisogno di spiegare ad un alieno appena giunto sulla terra il significato di voglia di vincere, lo porterei a Correggio, dove Gianni Gualdi calca ancora i campi di promozione (aveva provato a smettere, giocando con gli amatori, ma quel clima non lo gli si addiceva...) spiegando la pallacanestro ai più giovani.
Per questa lezione, grazie Gianni!!

Già che ci siamo...


Non mi è mai piaciuto l'auto-celebrazione. Ma un paio di mesi fa ho letto la più recensione su una mia partita in oltre 20 anni di pallacanestro. La copio-incollo, sottolineando che proviene dal sito della Polisportiva Pontevecchio Bologna, www.pontevecchiobologna.it

B.S.L-Molino Idice Pontevecchio 71-68

(13-25; 39-43; 51-51)

Palestra Rodriguez Via Repubblica 2, 20 marzo 2009 21.00

Pontevecchio:

Cilfone 3, Coppo 16, De Fazio, Giovannini, Mariano, Montero Barill 17, Morales Cassara 10, Natali 11, Pedini 6, Tagliaferri 5, all. Conti

B.S.L:
Cantore 4, Coraini 3, Binassi 18, Saccaro 15, Zanni 1, Mini 19, Brina, Naim, Genovese 2, Grassi 9; all. Nieddu.

Sconfitta con rammarico per i granata nell'anticipo del venerdì sera alle Rodriguez di San Lazzaro. Il BSL si impone 71 a 68 dopo un finale punto a punto nel quale due bombe consecutive di Mini decidono l'esito dell'incontro. La Pontevecchio, sotto di due punti, ha la possibilità di giocarsi il tiro del pareggio (o della vittoria), nell'ultima azione della gara, quando mancano 18" allo scadere. Coppo sbaglia un entrata centrale a 3" dal termine (era fallo?). Ai granata manca quel pizzico di fortuna necessaria per raggiungere i supplementari esito probabilmente "più giusto" di un'incontro che l'ha vista condurre per oltre tre quarti di gara. Complimenti a San Lazzaro per la vittoria che consente ai biancoverdi di avvicinare in classifica la PV a soli due punti. In particolare complimenti al solito Mini (19 punti), ma, soprattutto, a Saccaro che prende in mano la partita in un momento di sterilità negli attacchi di entrambe le squadre. La PV, dopo un primo quarto arrembante (25 punti segnati, +12 punti di vantaggio), gioca una partita di sofferenza chiudendo bene in difesa ma non riuscendo a sfruttare a pieno i giochi in attacco per le basse percentuali di tiro. Buona la partita di capitan Pedini (3/4 al tiro, 5 rimbalzi, 2 palle recuperate e nessuna persa) e di Morales (4/9 al tiro e 9 rimbalzi).

L'inizio è tutto PV. La precisione di Montero al tiro ed un Morales molto concentrato, consentono ai granata di allungare fin dai primi minuti (7-3 al 4'). Il controllo dei rimbalzi allarga il divario tra le due squadre. Al 7' i granata conducono 16-8 e poi chiudono il quarto 25-13.
Nel secondo quarto, dopo 5' di equilibrio (30-20 al 5'), ecco la reazione del BSL. Sette punti di Mini ed una bomba del giovane Coraini, appena entrato, portano la squadra di casa a recuperare gran parte del disavanzo ed a chiudere il tempo a -4 (43-39 per la PV). Troppi i 26 subiti dai granata nel periodo.
Il terzo quarto vede le due squadre attanagliate dalla paura di vincere (o di perdere?). Errori marchiani da una parte e dall'altra, palle perse, palle recuperate e poi ancora perse determinano un parziale di 6-6 dopo 8' con la PV ancora avanti di quattro lunghezze (49-45). A questo punto è Saccaro ad elevarsi ad uomo-derby: segna 4 punti consecutivi e raggiunge il pareggio. Il quarto si chiude sul 51-51.
Saccaro segna anche i primi 9 punti della sua squadra nell'ultima frazione di gioco. Per la prima volta la BSL mette la testa avanti: 59-64 quando mancano 6'. Sembra fatta ma la Pontevecchio non molla. I granata, imprecisi al tiro, vanno a prendersi falli in entrata e la precisione ai liberi (dei 17 punti realizzati dai granata nell'ultimo quarto, 11 sono dalla lunetta), consente il recupero. Parità a 2'37" dal termine (64-64). A questo punto decidono due bombe di Mini alle quali la PV replica con 4 liberi (Montero e Coppo): 68-70 a -38". La PV recupera l'ultimo pallone. Coppo tenta l'entrata centrale ma il suo gancio prende il ferro. Chiude la partita un libero di Mini: 68-71. Arrivederci alle Pertini sabato 25 aprile per il derby di ritorno.

Andrea Patuelli

I'll be back...

I'll be back. Sooner or later.
In effetti, le motivazioni che mi hanno spinto ad aprire questo blog sono venute un po' meno (visita www.basketsavemylife.com), ma, assieme ad esso, anche l'energia e la spinta "creativa" (gravissimo).
Ora, però, è successa una cosa. E' successo che mi sono accorto che ho voglia di scrivere. Che ho bisogno di scrivere. Perchè, anche se con 3 lavori, mille cose che mi girano intorno e un'esistenza "piena" 24/7 (sono pazzi questi americani), certe volte c'è il bisogno di sedersi e vomitare quello che staziona sul gargaroz, che sia una cosa che ti è successa o la voglia di descrivere alla menopeggio qualcosa che ti ha colpito o ti piace.
Quindi, detto questo, tornerò, e, come l'araba fenice, rinascerò dalla mie ceneri; come sempre da underdog, cercherò non necessariamente di sopravanzare gli altri, ma sopravvivere...

:-)
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