lunedì 29 dicembre 2008

Il disco della settimana - LED ZEPPELIN IV - LED ZEPPELIN


Vediamo se mi sapete dire i primi 3 dischi più venduti di tutti i tempi.. Al primo posto un greatest hits degli Eagles con quasi 30 milioni di copie (uhm, intenditore..), al secondo un grande classico: thriller di Michael Jackson (questa era più facile). E al terzo? Al terzo posto c'è il quarto album dei Led Zeppelin, la più grande hard-rock band di tutti i tempi, l'album non ha un titolo ufficiale, ma è riconosciuto in diversi modi: IV (visto che i primi 3 si chiamavano I, II, III, magari chi ha visto il film "il cliente" ricorda la scena con Susan Sarandon intervistata sugli Zep.. ma questa è un'altra storia..), Runes Album, ZoSo oppure semplicemente con i quattro simboli scelti dai componenti della band. Chiamatelo come volete, resta comunque uno degli album più belli e famosi della storia della musica, anche grazie alla sua copertina, per la prima volta nella storia della band carica di significati intrinsechi. Robert Plant, Jimmy Page, John Paul Jones e John Bonham avevano già assaporato la fama e il successo grazie alle loro 3 opere precedenti, pubblicati nel breve lasso di tempo di 1 anno e mezzo, ma è solo grazie al quarto album che raggiungo l'essenza del loro fare musica, un'apice che, forse, non raggiungeranno più. L'album parte con due singoli molto famosi e di grande successo: Black Dog e Rock and Roll, in grado di dare fin dall'inizio un imprimatur evidente all'opera, che prosegue con la ballata The Battle of Evermore, in grado di calmare le acque in attesa della vera hit dell' LP: Stairway to Heaven. A lungo e da più fonti considerata la numero 1 fra le canzoni rock di tutti i tempi, è sicuramente degna di considerazione per i suoi cambi di ritmo, per il pathos che emerge dal cantato di Plant e dalla tecnica purissima del duo Page-Jones. Stairway to Heaven è, da sempre, legata ad una polemica sul satanismo: si dice, infatti che un verso (If there's a bustle in your hedgerow, don't be alarmed now It's just a spring clean for the May Queen. Yes,there are two paths you can go by. But in the long run there still time to change the road you're on) ascoltato al contrario contenga un inno al demonio. Jimmy Page ha sempre negato, pur ammettendo di essere un appassionato seguace di Aleister Crowley, un poeta considerato il fondatore dell'occultismo, insomma un tipo un po' particolare. Misty Mountain Hop è un brano rock in cui emerge il talento vocale di Plant e la perizia percussionistica di Bonham che si ripete in Four Sticks (4 bacchette, quelle che usava Bonzo durante le prove). Going to California può ricordare le sonorità di Led Zeppelin III (approposito: il nome Led Zeppelin deriva da una discussione avuta da Page durante una delle prime riunioni della band, alcuni persone vicine, critiche, preannunciavano per i quattro una brutta fine, sostenendo che la band sarebbe crollata come un dirigibile di piombo, appunto un Lead Zeppelin, dal quale, togliendo accuratamente una lettera, deriva il nome definitivo della band inglese). L'album si chiude con When the Levee Breakes, pezzo che ha sucitato critiche, essendo sostanzialmente una cover di un blues di Memphis Minnie del 1929. Per chi non lo conoscesse (e dato il numero di copie vendute, direi molto pochi) sicuramente una pietra miliare del rock and roll, personalmente lo ritengo degno di far parte dello scrigno da presentare all'alieno che, giunto sulla terra, abbia chiesto spiegazioni su arpeggi, scale, assoli e quant'altro.


Posizione nella classifica dei 500 migliori album di tutti i tempi secondo Rolling Stones: 66^, dietro a Moondance di Van Morrison e davanti a The Stranger di Billy Joel.


Tracklist:

1. Black Dog
2. Rock and Roll
3. The Battle of Evermore
4. Stairway to Heaven
5. Misty Mountain Hop
6. Four Sticks
7. Going to California
8. When the Levee Breakes
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